🔍 Recensione di Petra (2020) Terza Stagione: La Delicata Ispezione della Vita
Petra Delicato è tornata, ma non è più la donna solitaria e monacale che conoscevamo. La terza stagione della serie Sky Original, diretta con mano ferma da Maria Sole Tognazzi e interpretata dalla magistrale Paola Cortellesi, sposta l’attenzione dai singoli casi alla complessità emotiva della sua protagonista, senza rinunciare all’oscurità dei crimini di Genova.
Con due nuovi episodi di formato cinematografico (ispirati dai romanzi di Alicia Giménez-Bartlett Il silenzio dei chiostri e Gli onori di casa), la serie si conferma uno dei migliori crime drama italiani.
📜 Trama: Famiglia Allargata e Antiche Ferite
Se le prime stagioni avevano esplorato la solitudine autoimposta di Petra, la terza la vede costretta a confrontarsi con una realtà domestica inaspettata: una famiglia allargata. Petra convive ora con il compagno Marco (Francesco Colella) e i suoi tre figli. Questa nuova e “rumorosa” geometria familiare mette a dura prova la sua congenita refrattarietà ai compromessi e alla vita di coppia, creando un affascinante conflitto interiore tra il suo bisogno di libertà e una tenerezza imprevista.
Naturalmente, le indagini non mancano. Nel primo episodio, Petra e il fedele vice ispettore Antonio Monte (Andrea Pennacchi) si immergono in un omicidio avvenuto all’interno di un convento. Nel secondo, l’assassinio di un potente imprenditore li conduce in una trasferta a Palermo, dove le indagini toccano il mondo della criminalità organizzata e, cosa più importante, riaprono un capitolo cruciale del passato di Petra.
Qui entra in scena una new entry di peso: Luigi (Francesco Acquaroli), un brillante poliziotto ed ex mentore di Petra, con cui condivide un legame profondo e irrisolto.
🎭 Stile e Interpretazioni: La Forza della Coerenza
La cifra stilistica di Petra rimane ineccepibile. Genova è ancora la cornice perfetta: magnetica, cupa e complessa, fa da specchio all’animo della protagonista. La regia di Maria Sole Tognazzi si concentra sugli sguardi, sui silenzi e sulla complessa alchimia tra i due protagonisti.
Paola Cortellesi è Petra al suo apice. L’attrice dona al personaggio una coerenza e una profondità che la rendono autentica: è ruvida, ironica, intenzionalmente respingente, ma incredibilmente sensibile. Non è la classica eroina forte che cerca di piacere; è una donna che ha scelto di essere autentica, e in questo è profondamente moderna.
Anche Andrea Pennacchi è fondamentale, offrendo al suo Monte una crescente complessità, diviso tra la felicità coniugale con Beatrice e il legame unico con la sua collega. Il duo, ormai rodato, è il cuore pulsante e ineguagliabile della serie.
Questa stagione scava più a fondo che mai, esplorando temi come la maternità, la solitudine e il concetto di vocazione, sia essa religiosa o professionale, con una delicatezza che evita i proclami sociali.
💡 Giudizio Finale: La Migliore Stagione
La terza stagione di Petra è la più matura e forse la migliore. Riuscendo a tenere insieme l’eccellenza del crime di genere con un’introspezione psicologica rara per la serialità italiana, eleva Petra da detective eccentrica a icona di libertà complessa. È un’opera che, pur prendendosi delle licenze creative dai romanzi, ne coglie e ne amplifica lo spirito.
Un appuntamento imperdibile per chi ama i gialli ben scritti e le interpretazioni attoriali intense.
Ideale per: Chi ama i crime drama italiani di alta qualità e chi cerca un’analisi profonda del femminile e delle relazioni umane complesse.
Da evitare per: Chi preferisce trame strettamente incentrate sull’azione e meno sull’introspezione.
🌟 Voto Finale

