Brenta Connection (2025) è un crime thriller italiano che affonda le radici nella storia vera e oscura della mala del Brenta, rielaborandola in chiave contemporanea con un taglio cinematografico potente e serrato. Con una regia decisa, atmosfere torbide e personaggi memorabili, il film si presenta come una delle sorprese più intense del cinema italiano dell’anno, capace di combinare realtà, tensione e spettacolo.
Trama
Il film segue l’ascesa e la caduta di una nuova generazione criminale che tenta di riportare in auge lo spirito spietato della storica organizzazione malavitosa veneta. A guidare la banda è Riccardo “Riko” Zanon, figlio di un ex affiliato, che cerca di affermarsi in un mondo che ha cambiato volto, tra traffici internazionali, corruzione e lotte interne. Ma il ritorno della “connection” attira l’attenzione di un commissario esperto e disilluso, deciso a stroncare sul nascere ogni velleità di potere. La tensione cresce in un crescendo di violenza, tradimenti e decisioni morali impossibili.
Personaggi e Interpretazioni
Il protagonista Riko è interpretato con carisma e ambiguità da un attore emergente che riesce a trasmettere fascino e brutalità, rendendolo un antieroe affascinante. Il commissario, figura speculare e opposta, è un uomo stanco ma ancora animato da senso di giustizia, interpretato magistralmente da un volto noto del cinema italiano. Il cast secondario è variegato e credibile, con comprimari che restituiscono tutta la complessità del mondo criminale e dei suoi codici non scritti: donne che lottano per uscire, affiliati ambigui, politici corrotti e trafficanti internazionali.
Temi e Messaggio
Brenta Connection affronta temi classici del genere crime — potere, lealtà, vendetta — ma con uno sguardo lucido e moderno sulla criminalità organizzata italiana. Il film riflette su come le nuove mafie si siano adattate ai tempi, abbandonando la violenza eclatante in favore della finanza, del ricatto politico e della gestione del consenso. È anche una riflessione amara sulla giustizia: quanto può fare lo Stato contro un sistema che si è evoluto? Il film non offre risposte nette, ma lascia domande sospese, come in ogni buon noir.
Regia e Fotografia
La regia è decisa, ritmata, quasi americana nello stile, ma con una forte impronta identitaria. Le scene d’azione sono girate con realismo, senza mai indulgere nel sensazionalismo. La fotografia gioca molto con luci fredde e atmosfere cupe, alternando gli ambienti urbani decadenti del Nordest italiano a location lussuose che raccontano il potere economico conquistato con il crimine. L’uso del silenzio e della musica elettronica tesa rafforza il senso costante di minaccia.
Conclusione
Brenta Connection è un film duro, intelligente e visivamente solido. Un’opera che intrattiene e fa riflettere, portando sullo schermo una pagina oscura della storia criminale italiana, senza retorica ma con uno sguardo lucido e coinvolgente. Perfetto per gli amanti del noir, delle storie vere reinventate per il grande schermo e del cinema di denuncia che non rinuncia allo stile.