Introduzione: Quando un’App di Chat Diventa un Divoratore di Risorse
WhatsApp, l’applicazione di messaggistica più utilizzata al mondo, ha intrapreso negli anni un percorso di rinnovamento cruciale per la sua versione desktop, abbandonando le vecchie web-app basate su Electron per passare a client nativi (o quasi) per Windows e macOS. L’obiettivo era migliorare la velocità, l’affidabilità e, soprattutto, l’efficienza.
Purtroppo, gli sforzi di ottimizzazione sembrano aver subito una brusca battuta d’arresto. Recenti report e analisi dettagliate da parte di utenti esperti di Windows 11 hanno rivelato un problema allarmante: la versione desktop di WhatsApp sta mostrando consumi di RAM esorbitanti, trasformando un’applicazione che dovrebbe essere leggera in un vero e proprio peso morto per il sistema operativo. Questo problema colpisce in modo particolare gli utenti con laptop meno performanti o quelli che mantengono aperte decine di chat e gruppi.
📉 L’Elefante nella Stanza: Analisi dei Consumi
I benchmark e i report della comunità tecnica hanno evidenziato un trend preoccupante che contraddice la natura efficiente che un client nativo dovrebbe avere.
I Dati Sconcertanti della RAM Utilizzata:
- Consumo a Vuoto: Anche appena avviata, la app di WhatsApp può occupare diverse centinaia di megabyte (MB) di RAM (spesso tra 250MB e 400MB) solo per mantenere l’interfaccia e la connessione attiva. Questo è significativamente superiore a quanto richiesto da altre app di chat native e minimali.
- Espansione con l’Uso: Il consumo cresce in modo esponenziale. Gli utenti con un numero elevato di chat aperte, specialmente quelle contenenti media (immagini, video) e cronologie lunghe, hanno registrato picchi di utilizzo che superano spesso 1.5 GB o 2 GB di RAM. Su un laptop con soli 8 GB di RAM, questo rappresenta una quota eccessiva per un’app di messaggistica.
- Problemi di Memory Leak: I report suggeriscono la presenza di potenziali “memory leak” (perdite di memoria), dove l’applicazione non rilascia correttamente la RAM quando non ne ha più bisogno, facendola aumentare nel tempo fino a rallentare l’intero sistema.
📢 Il Dramma di Multitasking: Per gli utenti che lavorano con software pesanti (come suite di editing video o IDE di sviluppo), il drain di RAM di WhatsApp costringe il sistema operativo a utilizzare il paging su disco (swap file), rallentando drasticamente il multitasking.
🔍 La Caccia al Colpevole: Framework e Interfaccia
La causa del bloat (gonfiore) di WhatsApp su Windows 11 è complessa, ma i sospetti principali ricadono sul framework di sviluppo e su alcune feature recenti.
- Il Problema della “Pseudo-Natività”: Sebbene Meta (l’azienda madre di WhatsApp) abbia affermato di aver utilizzato framework nativi (UWP o WinUI), l’applicazione mostra ancora un comportamento tipico delle web-wrapper (client che incapsulano essenzialmente il browser). Questi framework tendono a portare con sé librerie e motori di rendering completi, risultando in un footprint di memoria molto più grande del necessario.
- L’Ottimizzazione del Media Renderer: Si ipotizza che il renderer interno per le anteprime di video e immagini non sia ottimizzato. Lasciare aperte chat con molti media sembra essere un fattore scatenante per l’aumento dei consumi.
- Integrazione con il Sistema: L’eccessiva integrazione con le API di notifica di Windows 11 e la sincronizzazione continua dei dati di stato sembrano contribuire a mantenere attiva una porzione di background troppo affamata di memoria.
✅ Cosa Possono Fare gli Utenti (e Cosa Dovrebbe Fare Meta)
Mentre si aspetta una patch correttiva da Meta, gli utenti con hardware limitato hanno poche opzioni per mitigare il problema:
- Ridurre le Chat Aperte: Chiudere e riavviare l’applicazione periodicamente può forzare il rilascio di parte della RAM accumulata.
- Tornare a WhatsApp Web: Sebbene sia una soluzione meno comoda, utilizzare WhatsApp Web su browser con schede isolate (come Edge o Chrome) può in alcuni casi confinare meglio l’uso della memoria al browser stesso.
- Verificare gli Aggiornamenti: Controllare che la app sia aggiornata all’ultima versione disponibile sul Microsoft Store, sperando che un update notturno abbia introdotto una correzione.
Meta dovrà riconsiderare il suo framework di sviluppo per Windows 11. La promessa di un client leggero e performante non può essere mantenuta se l’applicazione si comporta come il peggiore dei bloatware.

