Rabbit R1: Il Gadget Più Deriso del 2024 Cerca la Rivincita con l’AI che Impara e il Nuovo OS

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Introduzione: La Meteora Arancione che Prometteva di Uccidere lo Smartphone

Quando è stato presentato al CES 2024, il Rabbit R1, quel piccolo dispositivo quadrato arancione, ha catturato l’immaginazione di tutti. Prometteva di essere l’agente AI definitivo, capace di interagire con le app al posto nostro, liberandoci dal tap-tap compulsivo dello smartphone. Un “non-telefono” con un design accattivante, creato in collaborazione con Teenage Engineering, e un prezzo di lancio accessibile ($199).

Le aspettative erano alle stelle. Ma con le prime consegne è arrivata la doccia fredda. Recensioni impietose, lentezza operativa e, soprattutto, la critica fondamentale: il R1 era poco più di un’applicazione Android camuffata in un hardware dedicato. Il gadget è passato rapidamente da oggetto del desiderio a simbolo del “fallimento hardware AI”. Ora, a mesi di distanza, Rabbit R1 si rifiuta di accettare la sconfitta e punta tutto sugli aggiornamenti software per la sua rivincita.


 

📉 Il Crollo e la Critica Fondamentale: “Era Solo un’App”

 

Il concetto alla base del R1 era il Large Action Model (LAM), un modello di Intelligenza Artificiale progettato per capire l’intenzione umana e replicare le azioni che faremmo noi sulle applicazioni (book a flight, order a pizza, play a specific song).

Tuttavia, il lancio è stato minato da problemi evidenti:

  • Funzionalità Limitate: Molte delle integrazioni promesse con servizi terzi non erano disponibili, soprattutto fuori dagli Stati Uniti.
  • Latenza e Affidabilità: Le risposte dell’AI erano spesso lente e le performance del device complessivamente deludenti.
  • La Sentenza: La scoperta che rabbit OS poteva essere emulato in modo relativamente semplice come una singola app Android ha inferto il colpo di grazia. La domanda divenne inevitabile: perché portare con sé un dispositivo aggiuntivo per fare ciò che un telefono (con app AI gratuite o assistenti vocali migliorati) poteva fare meglio?
  • Bassi Tassi di Utilizzo: Secondo le dichiarazioni dello stesso CEO, solo una minima percentuale degli acquirenti continuava a utilizzare il dispositivo regolarmente.

 

🚀 Il Riscatto Passa dal Software: Il Rilancio con rabbitOS 2 e Teach Mode

 

Nonostante le critiche e l’abbandono da parte di molti early adopter, l’azienda Rabbit non ha gettato la spugna e ha continuato a investire nello sviluppo software per dare finalmente un senso al R1.

 

1. rabbitOS 2: Più Velocità e Chiarezza

 

L’aggiornamento principale al sistema operativo ha cercato di risolvere i difetti più evidenti:

  • Miglioramento dell’Autonomia: Uno dei problemi principali era la scarsa durata della batteria in idle. L’aggiornamento ha promesso di migliorare le prestazioni energetiche.
  • Migliore UX: L’introduzione di una schermata di Impostazioni rapide (Quick Settings) ha reso l’accesso a funzioni base come volume, luminosità e comandi della fotocamera molto più immediato e in linea con l’usabilità degli smartphone.
  • Funzioni Base Ottimizzate: Miglioramenti nella traduzione, che ora fornisce trascrizioni complete, e correzioni per la stabilità generale e il riconoscimento vocale.

 

2. Teach Mode: L’AI che Impara dall’Uomo

 

La funzionalità più promettente è l’introduzione della Teach Mode. Questa funzione mira a colmare il gap del LAM, permettendo all’utente di insegnare al Rabbit nuove azioni.

  • Addestramento Guidato: L’utente può mostrare al Rabbit, tramite la fotocamera Rabbit Eye, come navigare un’interfaccia complessa o un sito web specifico (ad esempio, un sito governativo o un e-commerce di nicchia).
  • Creazione di Agenti Personalizzati: L’AI impara i passaggi e li memorizza, creando di fatto un “agente” personalizzato in grado di ripetere l’azione su comando vocale in futuro.

Questa mossa mira a dimostrare che il R1 non è solo un client per servizi noti, ma una piattaforma adattiva che cresce con l’utente e con le sue esigenze specifiche.


 

🔮 Il Futuro: Hardware Dedicato o Solo una Nicchia?

 

Il Rabbit R1 si trova a un bivio cruciale. Il CEO Jesse Lyu ha riconosciuto candidamente che il mercato non è ancora pronto per portarsi dietro due dispositivi. Tuttavia, l’azienda insiste che siamo nella fase esplorativa dell’hardware AI, paragonabile all’era pre-iPhone in cui non si sapeva esattamente cosa fosse uno smartphone.

L’R1, con il suo design audace e il tentativo di creare un’interfaccia focalizzata sulla voce e sull’azione, potrebbe trovare la sua nicchia, non come sostituto dello smartphone, ma come:

  • Assistente Semplificato: Perfetto per utenti che desiderano un’interfaccia semplice (come anziani o tecnofobi).
  • Strumento per Compiti Specifici: Utile per creator o professionisti che hanno bisogno di eseguire azioni ripetitive (automazioni di nicchia) che la Teach Mode può gestire.

Se i futuri aggiornamenti continueranno a migliorare l’affidabilità e a espandere le capacità del Large Action Model, il Rabbit R1 potrebbe non avere la sua rivincita trionfale sull’iPhone, ma potrebbe certamente riscattare il suo nome, trasformandosi da “flop AI” a piattaforma pionieristica, dimostrando che l’hardware AI dedicato ha un posto, anche se piccolo, nel nostro futuro iperconnesso.


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